sabato 6 settembre 2025

Recensione di “Racconti popolari giapponesi” di Adriana Lisboa

  Racconti popolari giapponesi di Adriana Libsoa


Questo libro mi è stato gentilmente inviato da Graphe.it Edizioni per una recensione.

Ci sono libri che, pur nella loro apparente semplicità, riescono a condurre il lettore in un viaggio sorprendente, sospeso tra realtà e leggenda. Racconti popolari giapponesi di Adriana Lisboa appartiene a questa categoria: un piccolo volume che custodisce sei storie della tradizione nipponica, reinterpretate con delicatezza dall’autrice brasiliana.

Il libro nasce dall’incontro personale di Lisboa con il Giappone, un Paese che ha visitato e che l’ha profondamente colpita per il suo intreccio di spiritualità, estetica e quotidianità. È proprio questo sguardo di meraviglia che ritroviamo nella raccolta, dove le fiabe popolari si fanno ponti tra culture diverse, capace di parlare sia a chi conosce il folklore nipponico sia a chi vi si accosta per la prima volta.

Le sei storie presentate – la tartaruga marina, il cappello di bambù, la dama della neve, la teiera magica, la gru e il bambino-pesca – evocano immediatamente scenari incantati. Sono racconti brevi, dal ritmo lento e cadenzato, che ci riportano alla dimensione orale, a quelle narrazioni tramandate attorno al fuoco o in famiglia, pensate per insegnare senza prediche, per stupire senza artifici. In ognuno di essi troviamo un messaggio universale: l’importanza di aiutare il prossimo, di rispettare la natura, di vivere con gratitudine e semplicità.

Non c’è spazio per descrizioni minuziose o per analisi psicologiche: Lisboa sceglie la via della sobrietà, della parola essenziale, proprio come accade nelle fiabe popolari, dove conta più la morale che il dettaglio. Il risultato è un testo che, pur breve, lascia nel lettore una sensazione di completezza e un senso di quiete, come dopo una passeggiata in un giardino zen.

Oltre al valore letterario, questo libro porta con sé anche un significato storico: fu pubblicato nel 2008 in occasione del centenario dell’immigrazione giapponese in Brasile, a testimonianza del legame profondo tra i due Paesi. Non è un caso che proprio una scrittrice brasiliana abbia deciso di farsi tramite di queste storie, sottolineando ancora una volta come la letteratura sia capace di oltrepassare confini geografici e culturali.

Adriana Lisboa, del resto, è una voce tra le più riconosciute della letteratura brasiliana contemporanea. Nata a Rio de Janeiro nel 1970, ha avuto una vita ricca di esperienze artistiche: dagli studi in musica e la carriera come cantante jazz, fino al successo come romanziera e poetessa, vincitrice del prestigioso Premio José Saramago. La sua scrittura, raffinata ma accessibile, riflette sempre un’apertura verso il mondo, un dialogo tra culture che si ritrova pienamente in Racconti popolari giapponesi.

A rendere ancora più preziosa la lettura è il glossario finale, che raccoglie i termini propri della tradizione giapponese. Non è solo un supporto linguistico, ma un invito a conoscere più da vicino una cultura che, sebbene distante, sa parlare anche a noi occidentali con temi universali: la fragilità della vita, la forza della solidarietà, il rispetto per ciò che ci circonda.

In definitiva, Racconti popolari giapponesi è un piccolo gioiello da assaporare lentamente, adatto a chi ama le fiabe, a chi è incuriosito dall’Oriente o semplicemente a chi cerca una lettura che, nella sua brevità, sappia lasciare tracce profonde. È un libro che ricorda quanto le storie, indipendentemente da dove nascono, abbiano il potere di unire, insegnare e incantare.

Racconti popolari giapponesi di Adriana Lisboa è disponibile sul sito di Graphe.it e nelle principali librerie online.


lunedì 1 settembre 2025

Recensione di “Chain. L’incanto degli incontri” di Aine

 Chain. L'incanto degli incontri di Aine


Questo libro mi è stato gentilmente inviato da il Nido per una recensione.

L’incanto degli incontri è uno di quei rari romanzi che ti fanno dimenticare di avere tra le mani un semplice libro: sembra piuttosto di leggere nel diario segreto di un’amica, di spiare conversazioni private, di ricevere messaggi che non sono destinati solo a Matilde, la protagonista, ma anche a te, lettore.

Aine – voce ribelle e magica autrice – costruisce un intreccio che si muove con eleganza tra thriller psicologico e romanzo d’amore, senza rinunciare a momenti di pura introspezione. Ogni pagina pulsa di passione, follia e vulnerabilità.

La vicenda ruota intorno a Matilde, giovane donna che ha alle spalle un passato ingombrante: una famiglia iperprotettiva, un amore adolescenziale spezzato, una relazione tossica che le ha lasciato ferite profonde. Nonostante ciò, è riuscita con fatica e dedizione a farsi strada nel mondo della moda, conquistando obiettivi e responsabilità che dovrebbero rassicurarla. Ma il destino irrompe nella sua vita con le sembianze di Thomas, uomo enigmatico e seducente, tanto affascinante quanto indecifrabile.

L’incontro tra i due non è soltanto passione e attrazione: è un vortice che scombina equilibri, strappa certezze. Matilde si ritrova intrappolata in una rete sottile e soffocante di ricatti, falsità e tormenti, mentre il passato della madre sembra tornare a ghermirla, come una maledizione che si ripete.

Ciò che rende questo romanzo unico è il modo in cui la storia viene narrata: non solo capitoli e descrizioni, ma anche lettere scritte a mano, pensieri corsivi, messaggi SMS che appaiono come intrusioni nella vita della protagonista e, di riflesso, nella nostra. È impossibile non sentirsi coinvolti, come se stessimo vivendo in tempo reale le stesse emozioni di Matilde: la paura, il desiderio, l’incertezza, il coraggio. Personalmente, leggendo mi sono sentita quasi sua confidente, la sua amica invisibile, quella che osserva e trattiene il fiato a ogni scelta rischiosa.

La scrittura di Aine è travolgente e magnetica: poetica quando racconta i sogni, tagliente quando descrive i tormenti, sincera fino a far male quando mette a nudo le fragilità. Ogni parola sembra studiata per colpire il cuore e non lascia mai indifferenti.

L’incanto degli incontri non è solo un thriller psicologico e nemmeno solo una storia d’amore: è un romanzo che parla di identità, di resilienza, di catene interiori che ci tengono legati al passato e della necessità di spezzarle.

È un libro che lascia addosso un senso di vertigine e insieme di forza, un turbinio di emozioni che continuano a risuonare anche dopo l’ultima pagina. Un romanzo che non si legge: si vive.

Chain. L'incanto degli incontri di Aine è disponibile sul sito di Il nido editore e nelle principali librerie.

Recensione di “Racconti popolari giapponesi” di Adriana Lisboa

    Racconti popolari giapponesi di Adriana Libsoa Questo libro mi è stato gentilmente inviato da Graphe.it Edizioni per una recensione. Ci...