Ma basterebbe una birra! di Ilaria Pasqua (Delos Digital)
“Alcol per loro, acqua per noi; per un mondo più verde.”
“Ma basterebbe una birra” di Ilaria Pasqua è un romanzo distopico che si distingue per la sua originalità e per la riflessione sui temi del potere, della natura e della sopravvivenza. La storia è ambientata in un futuro in cui l’umanità vive sotto un regime che ha trasformato radicalmente il rapporto con l’ambiente, capovolgendo le regole tradizionali del nostro mondo.
In questa realtà, le piante non sono più semplici organismi passivi, ma hanno acquisito un potere straordinario. L’alcol, simbolo di socializzazione e piacere per gli esseri umani, è stato loro sottratto e destinato esclusivamente alle piante, che lo consumano per sopravvivere. Questo cambiamento ha portato alla creazione di una società in cui le piante sono diventate la vera forza dominante, mentre gli uomini, privati di ogni libertà e piacere, sono completamente soggiogati.
Il romanzo esplora in modo profondo il rapporto tra uomo e natura, mettendo in discussione il concetto di equilibrio tra le due forze, la natura non è più un’alleata, ma un’entità che esercita un dominio, quasi esigendo sacrifici e mettendo in discussione il concetto stesso di libertà. La distopia creata da Ilaria Pasqua invita a riflettere su come l’essere umano possa perdere il controllo sulle risorse naturali fino a diventare dipendente da esse.
Il romanzo offre anche una forte critica sociale: l’allegoria delle piante e dell’alcol porta a interrogarsi su come le risorse naturali siano spesso oggetto di sfruttamento e su come la nostra relazione con l’ambiente influenzi la società in cui viviamo.
Personalmente ho trovato “Ma basterebbe una birra”, un libro molto curioso e insolito. Esistono molte storie distopiche, ma questa riesce davvero a distinguersi per la sua idea di fondo, che è al tempo stesso bizzarra e affascinante. L’idea che le piante abbiano il controllo e che l’alcol sia diventato il loro nutrimento è un concetto originale che cattura subito l’attenzione, spingendo il lettore a voler scoprire di più su questo mondo stravolto.
In un certo senso, il libro è un’ode alla creatività, dimostrando che anche in un genere molto esplorato come la distopia c’è ancora spazio per racconti nuovi e sorprendenti.
Nessun commento:
Posta un commento