Capitan tutte ai letterati di Italo Svevo e Anna Maria Zuccari
Questo libro mi è stato gentilmente inviato dalla preziosa collaborazione con L'Alcova Letteraria.
“Man mano che si rendeva conto di quanto avevano scritto gli altri riconosceva subito che avrebbe potuto scriverlo anche lui, che non vi era assolutamente nulla di straordinario”
Capitan tutte ai letterati è una raccolta di racconti davvero originale e divertente, che racconta le stranezze e i sogni (spesso esagerati) di alcuni scrittori. Selezionata e curata dal collettivo L’Alcova Letteraria, l’antologia accosta le penne brillanti e apparentemente lontane di Neera (Anna Maria Zuccari) e Italo Svevo (Aron Hector Schmitz), mostrando invece quanto siano affini nello sguardo satirico e lucido sul mondo letterario.
La raccolta comprende tre racconti di Neera tratti da La sottana del diavolo e altri racconti (1912) — Viaggio di istruzione, In qual modo Pinotto divenne uomo libero, e Come ebbe Filarete il suo giorno di celebrità — e il romanzo breve di Svevo Una burla riuscita (1926). Neera, con la sua scrittura vivace, mette in scena figure che oscillano tra l’innocenza e la consapevolezza, mentre Svevo, con il suo sguardo sempre critico e ironico, esplora le piccole debolezze e le grandi ambizioni di chi scrive. Sebbene i protagonisti siano figure di scrittori, le loro storie si rivelano universali, parlando a tutti noi attraverso i temi del desiderio di successo, della ricerca di identità e della fatica di affrontare le proprie paure e illusioni.
Tra i personaggi più memorabili troviamo Filarete Assioli, un giovane pieno di entusiasmo, convinto che gli altri autori lo aiuteranno solo perché è uno di loro. Poi c’è Giacomo Gondi, uno scrittore famoso e buono, forse troppo buono, tanto da farsi mettere in difficoltà dal suo stesso maggiordomo. C'è il determinatissimo Filarete Persico, ambizioso e disposto a tutto pur di diventare un autore affermato, e infine Mario Semigli, invece, si crede un genio e vive nella sua illusione, aiutato dalle lodi del fratello.
I personaggi di questa raccolta sono tutti scrittori, ma ognuno rappresenta un modo diverso di vivere la scrittura. C’è chi è pieno di entusiasmo e ingenuità, convinto che basti pubblicare un libro per ottenere stima e attenzione; c’è chi è già affermato, ma vive una continua lotta tra il desiderio di restare umano e la paura di perdere il proprio status; c’è chi è disposto a tutto per emergere, anche a vendere la propria sincerità, e chi vive di illusioni, leggendo e rileggendo solo se stesso. Ognuno di loro ha stranezze, difetti, piccole manie che lo rendono unico e al tempo stesso incredibilmente simile a figure che potremmo incontrare anche oggi.
Capitan tutte ai letterati non è solo una raccolta di racconti: è uno specchio ironico e affettuoso del mondo letterario, un ritratto vivace delle passioni, delle debolezze, delle contraddizioni che abitano chi scrive. Le storie si intrecciano in modo armonioso grazie a un tono brillante, leggero, talvolta pungente ma mai cattivo. Il ritmo è scorrevole, la narrazione fluida, e il piacere della lettura resta costante dall’inizio alla fine.
Questo libro è perfetto per chi ama la letteratura non solo come lettore, ma anche come osservatore curioso del mondo che ci sta dietro: editori, autori, aspiranti scrittori. È una lettura che diverte, ma che sa anche toccare corde più profonde, perché dietro l’ironia si nasconde una verità spesso scomoda: scrivere è un desiderio potente, che può portare gioia, frustrazione, autoinganno o solitudine, sta a noi trovare il modo giusto per viverlo.
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